La chiamano regola 7-38-55 ed è un’idea dello psicologo americano Albert Mehrabian che l’ha ideata molti decenni fa. Benché non sia una novità, è di recente che sta tornando all’attenzione. Perché? Pare sia la chiave per connettersi autenticamente con gli altri.
Seguendo la regola 7-38-55 saremo più empatici, più attenti agli altri, più connessi tra noi. L’obiettivo del metodo era quello di migliorare l’intelligenza emotiva delle persone badando con maggiore cura a come le parole vengono dette, piuttosto che alle parole stesse.
Del resto sappiamo bene che la comunicazione va anche molto oltre le semplici parole, includendo il linguaggio non verbale, i nostri gesti, lo sguardo, il tono di voce. Senza tenere conto di tutto questo, le parole possono essere equivocate. O essere semplicemente meno efficaci.
La comunicazione verbale, secondo la regola di Mehrabian, costituisce solo il 7% della comunicazione generale. Ed ecco spiegato il primo numero della serie. Il 38% delle comunicazioni dipende dal tono di voce. Il restante 55% da segnali non verbali e linguaggio del corpo.
Essere consapevoli di questa regola ci renderà più facile capire come pensano e sentono gli altri quando ci dicono qualcosa, ma renderà migliore anche la nostra comunicazione verso le altre persone.
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