Oggi sono sulla cresta dell’onda ma sappiamo come funzionano e cosa possono dirci davvero i molti modelli di contapassi disponibili sul mercato? In origine fu il cardiofrequenzimetro usato soprattutto dagli sportivi, poi comparvero i primi activity tracker alla portata di tutto i polsi.
Molti di noi ne indossano uno per monitorare i fatidici 10.000 passi al giorno consigliati come attività motoria oppure controllare la quantità e la qualità del sonno. Ma in molti casi sono ormai capaci anche di rilevare moltissimi altri valori vitali tracciando anche l’attività sportiva con una certa precisione.
Le funzionalità specifiche variano di modello in modello, dai più basici ai più avanzati, ma tutti partono da un elemento comune: un sensore che rileva l’attività. Sceglierne uno più o meno avanzato dipende poi dall’uso che si vuole farne e da cosa ci si aspetta ma tutti, sempre, vi daranno le informazioni base: ora, passi, distanza percorsa, battito cardiaco, ore di sonno.
I dati ricavati, che possiamo monitorare sul cellulare tramite l’app collegata al bracciale, ci sono utili per capire cosa cambiare, come migliorare e tenere traccia dei nostri allenamenti. Ma sono dati sempre attendibili? Non sempre garantiscono la massima precisione ma possiamo servircene per una panoramica abbastanza realistica.