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Aids, arriva il test per l’autodiagnosi

hivIl 1 dicembre è la giornata mondiale contro l‘Aids e nelle farmacie italiane arriva il primo test per l’autodiagnosi dell’infezione da Hiv. Questo dispositivo che al momento, in Europa, è venduto solo Francia, costerà 20 euro e potrà essere acquistato senza ricetta medica dai maggiorenni.

A distribuirlo al momento saranno 2.800 farmacisti formati ad hoc per  la consulenza agli utenti, mentre l’associazione dei pazienti Bridge monitorerà i dati che potrebbero aiutare ad avere un quadro più chiaro delle richieste, in modo da promuovere una maggiore consapevolezza. Obiettivo condiviso anche dal’Oms che in vista della giornata mondiale contro l’Aids ha deciso di raccomandare il test per l’autodiagnosi come strumento per raggiungere un maggior numero di persone.

Questo test potrà contribuire a realizzare l’obiettivo mondiale, lanciato nel 2014, di rendere consapevole del loro stato di salute il 90% di tutte le persone con l’Hiv entro il 2020.
Il test per l’autodiagnosi è stato presentato a Roma durante una conferenza stampa alla Camera e non sostituirà i test gratuiti e anonimi offerti attualmente dal servizio sanitario. Sarà però utile a far emergere quanti non hanno fatto il test ma potrebbero aver contratto la malattia: in Italia si stimano da 6.500 a 18.000 persone sieropositive non diagnosticate. L’autotest permetterà anche di intercettare persone che non se la sentono di rivolgersi alle strutture in cui si fanno le analisi per la diagnosi dell’Hiv.

Questo test ha un’attendibilità del 99,8% e può essere eseguito da chiunque. Richiede appena 5 minuti: basta un prelievo di sangue dal polpastrello e un’attesa di 15 minuti per leggere il risultato.

Prima di fare il test è però fondamentale osservare il cosiddetto ‘intervallo finestra’, ossia quel lasso di tempo che intercorre tra il momento del presunto contagio e la produzione di anticorpi che segnalano la presenza del virus. Per poter eseguire il test capillare bisogna quindi aspettare 90 giorni.

“Oggi – ha detto Giuliano Rizzardini, direttore Dipartimento malattie Infettive ospedale Sacco – di Aids non si dovrebbe più morire. E grida vendetta vedere, come è capitato, un ragazzo di 30 anni arrivato in ospedale con una diagnosi tardiva che muore. Sul trattamento il nostro Paese ha ottimi risultati. Abbiamo un tasso di successo almeno tre volte superiore rispetto agli Usa per la presa in carico dei pazienti, al di sopra al 90%. Ma non ci siamo ancora sulla consapevolezza. Ben venga, dunque la possibilità di avere uno strumento in più”.

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