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Vacanze, stress da rientro per gli italiani

Settembre è alle porte, le vacanze per molti sono finite: da una ricerca emerge che la gran parte di coloro che tornano in città cedono al malumore, sono preoccupati per il lavoro, per le incomprensioni con i colleghi e per la vita da pendolare.

Ben 7 italiani su 10, appena varcata la soglia di casa, sono attanagliati dalle preoccupazioni. Il relax dei giorni di vacanza appare subito come un ricordo sbiadito, ancor prima di disfare i bagagli: riemergono l’incubo della vita da pendolare, della sveglia, delle beghe lavorative e del tran tran quotidiano. Questo è il quadro tracciato da uno studio promosso dall’Osservatorio Sanpellegrino e condotto raccogliendo le opinioni di circa mille italiani, uomini e donne, attraverso un monitoraggio online sui principali social network, forum e community digitali.

Dalla ricerca emerge che gran parte degli italiani alle prese con il rientro in città cadono nel malumore. Se da un lato c’è un 31% che quest’anno, per vari motivi, ha dovuto rinunciare alle vacanze estive, dall’altro il 24% di chi ha staccato la spina ritene che le ferie siano state troppo corte e siano volate. Ci sono poi i soddisfatti: un 16% che dichiara di essersela spassata e un 17% che afferma di essersi rilassato abbastanza. Tuttavia il ritorno alla vita di tutti i giorni avviene all’insegna dell’ansia per il 43% e della preoccupazione per il 33%.Il 27% risulta addirittura depresso e solo il 21% si dichiara sereno. Durante gli ultimi giorni di ferie, 6 italiani su 10 dichiarano di non voler pensare alla routine che li aspetta. E se il 47% evita di pensare alle ansie sul posto di lavoro, il 32% rifugge all’idea di dover tornare alla vita da pendolare, di pensare che inizia un altro anno (22%) e di dover nuovamente fare i conti con la sveglia (21%).

Al rientro,  il 31%  dice di essere non accora pronto psicologicamente e il 18% avverte svogliatezza e poca concentrazione. “L’adattamento a un cambiamento comporta uno sforzo – spiega in una nota Francesca Chiricozzi, psicoterapeuta e neuropsicologa della Sapienza di Roma – quando questo è richiesto a livelli troppo elevati e in tempi repentini, il nostro organismo ‘legge’ queste richieste come segnali che lo pongono in uno stato di allerta. Da qui la condizione di stress, e l’attivazione di risposte necessarie a difendersi dalla situazione di disagio psicologico”

Il 16% degli italiani si sente fisicamente appesantito dopo le ferie: “Il rientro dalle vacanze traduce le ansie legate alla ripresa dell’attività scolastica o lavorativa – afferma Luca Piretta, nutrizionista e gastroenterologo, specialista in Scienza della nutrizione umana all’università Sapienza di Roma – Quanto più drastico è il passaggio tra vacanza e lavoro, tanto più è evidente quella che possiamo definire ‘sindrome da rientro’. Questa è caratterizzata da malessere generale, affaticamento, astenia, irritabilità e disturbi del sonno. Alcuni di questi sintomi sono di indole psicologica, altri da deficit nutrizionali e disidratazione”.

Secondo lo studio quello che spaventa di più gli italiani è il lavoro, il 29% ha paura di rinchiudersi di nuovo in un luogo fisico per lavorare; il 23% teme le incomprensioni con colleghi e datori di lavoro. Per il 18% poi c’è l’ansia da risultati e lo stress degli spostamenti per il 15%. Per quanto riguarda il cambio di stile di vita, il ritorno in  città preoccupa perché riproporrà la cronica insoddisfazione verso quello che si fa (24%), gli sbalzi di umore che rendono irritabili e nervosi (23%), il poco tempo a disposizione per vedere figli, genitori e partner (21%).

Nonostante tutto un quarto degli italiani dichiara di non prepararsi in alcun modo al rientro, mentre il 22% cerca di riprendere gradualmente le abitudini quotidiane. “Per il recupero di una condizione ottimale – suggerisce Piretta – bisogna cominciare dalla prima colazione. Numerose pubblicazioni scientifiche hanno dimostrato come” saltare il primo pasto della giornata “riduca la performance in termini di minore capacità di concentrazione e rendimento nelle attività fisiche”. Secondo Chiricozzi, anche “un giusto apporto idrosalino aiuta a mantenere un equilibrio sia del tono dell’umore che delle capacità intellettive”.

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