Leggevo che dall’8 al 10 ottobre a Milano si svolgerà lo Yoga Festival, nei pressi di SuperStudio Più in via Tortona 27, e che per l’occasione verrà presentato il Woga ovvero lo Yoga in acqua. Ma in cosa consiste realmente questa disciplina? Vediamolo insieme nel dettaglio…
Il Woga, water+yoga, arriva dalla California e nasce circa dieci anni fa per opera del terapista e poeta americano Harold Dull. Ma l’associazione dello yoga con l’elemento acquatico ha origini ben più antiche: leggenda vuole che Shiva insegnasse lo yoga alla moglie, la dea Parvati, in riva al mare. Quest’ultima però non era molto interessata agli esercizi, a differenza di un pesce che osservava incuriosito. Così Shiva decise di spruzzargli dell’acqua addosso e di trasformarlo in una divinità, Matsyendra, Il Signore dei Pesci.
Leggende a parte, il Woga ha molti lati positivi: l’acqua sostiene meglio, aiutando a mantenere le asana (posizioni) per un tempo più lungo e più facilmente. Inoltre, si riesce a eseguire posizioni che a terra sarebbero molto più difficili. Gli esercizi si praticano in piedi o seduti sul fondo della piscina. L’acqua deve avere una temperatura di circa trenta gradi e può arrivare in vita o alle spalle. Nell’acqua piuttosto alta si può ricorrere a dei sostegni appositi. Indicato per le donne incinte, favorisce l’ossigenazione del feto, il Wata può essere praticato da tutti, persino dagli anziani. Infatti, l’elemento acquatico addolcisce i movimenti, sblocca le articolazioni, allunga e scioglie i muscoli, dona un equilibrio psico-fisico, allontana le tensioni negative, previene lo stress, l’insonnia e l’ansia. Non solo, il Woga, che può essere praticato anche da chi non sa nuotare, aiuta a superare la paura dell’acqua.
wow interessante 😀