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Smettere di fumare, non è il cancro che fa paura…

Non si smette di fumare per il timore di ammalarsi di cancro, piuttosto quello che spinge a dire addio alle bionde è la paura delle rughe e dell’impotenza. A rivelarlo è uno studio della St. Andrews University in Gran Bretagna, pubblicato dalla rivista Health Educational Journal, condotto su un campione di 19.000 fumatori inglesi intervistati via web. Proprio mentre la commissione europea, con la nuova direttiva sui tabacchi, si propone di incentivare le immagini scioccanti sui pacchetti per dissuadere le persone dal fumo, questo studio rivela invece come il timore ci sviluppare un tumore non sempre rappresenta la motivazione decisiva per smettere di fumare.

Per le donne, infatti,  il terrore delle rughe e di un invecchiamento precoce, come per gli uomini la minaccia di rimanere impotenti, sono ragioni spesso predominanti nella scelta di abbandonare il vizio del fumo. Così chiedendo agli intervistati quale fosse l’immagine di maggiore impatto sui pacchetti, l’80% ha indicato quella relativa al cancro al collo, seguita dall’immagine dei danni che le sigarette procurano ai denti (77%) e da quella raffigurante dei polmoni con il cancro (72%). E’ però anche emerso che le donne fumatrici erano maggiormente colpite dalle immagini relative all’invecchiamento della pelle, mentre una percentuale consistente di uomini era colpita in prima luogo dalle immagini che evidenziavano i rischi per le performance sessuali, con una prevalenza per entrambi i sessi nella fascia 16-39 anni. Al contrario, le immagini relative al cancro da fumo sono risultate avere un maggiore impatto soprattutto tre gli over 50. Gli esperti hanno così concluso: dal momento che immagini diverse hanno un diverso effetto persuasivo in base alla tipologia di fumatori, sarebbe bene considerare un approccio diversificato, con immagini appropriato sui pacchetti a seconda che una marca sia più venduta tra gli uomini, le donne o i giovani.

Un peso notevole lo ha anche l’aspetto psicologico: “La morte – afferma la presidente dell’Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico (Eurodap), Paola Vinciguerraviene tenuta emozionalmente lontana. Tutti sappiamo che c’e’, ma e’ proprio questo il motivo per cui tendiamo ad illuderci che non ci riguarda. Proprio perché tenuta emozionalmente lontana, non sarà la paura della morte a farci cambiare idea per esempio sul continuare o meno a fumare. Paradossalmente, spiega, ”in virtù di questo meccanismo di difesa, sono altre le paure che potrebbero farci smettere. Sono le paure che sentiamo vicine: la vecchiaia per le donne, la perdita di virilità per gli uomini. Abbiamo cioè paura di perdere quelle ‘protezioni’ che ci fanno sentire al sicuro dal senso d’inadeguatezza. La morte c’e’, ma per il momento – conclude l’esperta – non è il nostro problema”.

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